14 – Scollegato – Collegare un generatore a scoppio al nostro impianto fotovoltaico

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generatore - fotovoltaico
generatore a scoppio per fotovoltaico- Foto di Sergey Isaev da Pixabay

Indice

Eccoci nuovamente qui! Oggi parleremo di un argomento piuttosto delicato, non tanto per i collegamenti in se, ma per i vari punti di vista. L’argomento in questione, come da titolo, è l’affiancamento di un generatore a scoppio, al nostro impianto fotovoltaico, come energia ausiliaria durante le brutte giornate. Come al solito, se sei capitato su questo articolo per caso, ti suggerisco di visionare le uscite precedenti, cliccando qui, in modo da comprenderne il senso. Se invece lo hai già fatto, allora possiamo partire!

Introduzione

Come ormai avrai compreso, tutto il lavoro in questa serie di uscite, è basato su un concetto ben preciso, assemblare un impianto fotovoltaico che dia supporto energetico d’inverno o nelle giornate di mal tempo. Come ho sempre detto, i problemi non si notano d’estate o nei momenti di sole, li tutto funziona a meraviglia, ma d’inverno o nelle giornate di pioggia o comunque di mal tempo. Sono questi i momenti in cui si rischia di restare al buio. In molti, anche se con impianto ad isola, per sopperire alle giornate diciamo di buio, decidono di prelevare corrente dalla rete ufficiale.

Non è sbagliato, anzi per chi ama le certezze, forse oggi è il metodo più sicuro. Sicuro soprattutto per chi, non ha intenzione di cambiare abitudini. Sicuro per coloro che amano i confort e non hanno intenzione di abbandonarli totalmente o quasi. Non dico che bisogna vivere in assenza di confort, ma un piccolo compromesso a favore della libertà è d’obbligo. Infatti sicurezza non è sinonimo di libertà, anzi! Sicurezza è sicuramente sinonimo di delega. In poche parole, siamo abituati a delegare ad altri le nostre certezze, a discapito della libertà.

Io personalmente sono stufo delle deleghe, quindi ho cominciato ad agire prendendomi le responsabilità delle mie azioni. Come si dice! Sbagliando si impara. Oggi ho si, meno certezze, ma di sicuro ho aumentato il grado della mia libertà, crescente giorno dopo giorno. Quindi sotto l’aspetto energetico, nei momenti di buio, preferisco camminare con le mie gambe, spendendo in anticipo in energia liquida, eliminando così quel cordone ombelicale che mi teneva attaccato a delle scadenze mensili.

In che modo? Utilizzando un generatore a scoppio, collegato all’impianto fotovoltaico! Con il semplice scopo di ricaricare le batterie nei momenti difficili (mal tempo), per poi continuare ad attingere dal mio impianto, durante la notte. La cosa è fattibilissima, certamente non posso dire di essermi liberato del sistema energeticamente parlando, visto che sono comunque costretto ad acquistare del carburante, ma la cosa avviene in anticipo e sotto il mio stretto controllo. Sono io a decidere la spesa da effettuare per l’acquisto del carburante e quando effettuarla. Senza scadenze!

Per il fotovoltaico si può utilizzare qualsiasi tipo di generatore a scoppio?

A questa domanda che sicuramente vi sarete fatti un po’ tutti, ci sono due risposte.

Risposta 1) No, se non si hanno le giuste competenze. Di solito, siamo portati a pensare che per collegare un generatore al nostro impianto, sia sufficiente un cavo e del carburante. In parte è vero, ma solo con generatori nati per quello scopo. Infatti questo tipo di generatori, hanno già un quadro elettrico adibito per tale scopo.

Risposta 2) Si, se si hanno le giuste competenze. Per giuste competenze intendo la capacità di creare un sistema che possa essere accettato dall’inverter (Non preoccuparti! è una cosa semplicissima, continua a leggere).

Esistono infatti due tipologie di generatore a scoppio, la versione da 3000 giri/minuto (più economica sia hobbistica che professionale)

generatore - fotovoltaico
generatore a scoppio

e la versione da 1500 giri minuto (molto meno economica e soprattutto industriale).

generatori industriali

Mentre per i generatori della seconda tipologia, non si incontrano problemi di connessione all’inverter, perché molto stabili, per la prima tipologia da 3000 giri minuto, soprattutto in fascia hobbistica, che poi è quella alla portata di tutti, non è così. Infatti, essendo poco stabili, per via del numero di giri elevato e AVR (regolatore di giri e tensione) economiche, la connessione all’inverter quasi sempre, non viene accettata. Quindi al momento della connessione, l’inverter di solito rifiuta il collegamento, bypassando quest’ultimo al pacco batterie, rendendo così inutile l’acquisto del generatore. Ovviamente per la versione da 3000 giri/minuto, esistono diverse categorie. Abbiamo la categoria hobbistica, la categoria semi professionale e quella professionale. Le fasce di prezzo variano asseconda della tipologia, da svariate centinaia di euro per l’hobbistica, fino ad arrivare a migliaia di euro per la professionale che però dispone di più stabilità, grazie a sistemi di controllo più sofisticati.

Come rendere possibile il collegamento generatore fotovoltaico

Come fare quindi a rendere possibile il collegamento anche per i generatori più economici? La cosa è molto semplice, basterà inserire prima del collegamento all’inverter, uno stabilizzatore di tensione.

stabilizzatore di tensione

So che la cosa economicamente non è indolore, ma è l’unico modo per renderne possibile il funzionamento. Di sicuro, in questo modo, non saremo costretti a spendere svariate migliaia di euro per un piccolo generatore professionale, ma poche centinaia.

Ma vediamo il tutto più in dettaglio.

Come prima cosa, prima di acquistare un generatore economico da 3000 giri minuto, andremo a calcolare la potenza richiesta dall’inverter, per la carica delle batterie. Questo dato ci dirà quanti kilowatt dovrà avere il nostro generatore per fornire tale potenza senza sforzo. Siccome un 3000 giri minuto economico, è molto più delicato di un professionale o industriale da 1500 giri minuto, per far si che duri nel tempo, la potenza di erogazione per la carica delle batterie, dovrà essere nettamente inferiore alla potenza massima del generatore. In questo modo durante la carica, il generatore lavorerà in maniera rilassata, e senza intoppi.

Il dato che a noi interessa per il calcolo della potenza del generatore, è la quantità di ampere prelevati in rete dal nostro inverter, per la ricarica delle batterie. Avendo questo dato che di solito è visibile nelle impostazioni del software in dotazione con l’inverter, è semplice calcolarne la potenza.

Un altro punto da tenere in considerazione, è la durata dell’esercizio. Se si utilizzano generatori non professionali da 3000 giri/minuto, essendo raffreddati ad aria, scalderanno molto facilmente, rischiando così di rompersi. Un buon compromesso è quello di non farli lavorare per più di 4 ore di fila. Io personalmente ho un 3 kilowatt e quando lo metto in esercizio, non è mai per più di 2 ore. Il generatore lavora benissimo, le batterie si caricano tranquillamente, certo non completamente, ma riescono a sopperire al mio fabbisogno notturno di corrente.

Caratteristica importante per l’acquisto di un buon generatore da collegare al fotovoltaico

Un dato molto importante, all’atto dell’acquisto di un generatore, è il materiale utilizzato per l’avvolgimento dell’alternatore. Il mio suggerimento è quello di acquistare solo generatori con avvolgimento in rame e non in alluminio. Gli alternatori con avvolgimento in alluminio, sono sicuramente più economici, ma hanno un brutto difetto, quello di rompersi in breve tempo, e senza preavviso. Quelli con avvolgimento in rame, sono molto più affidabili e se trattati bene, possono lavorare per molti anni senza dare problemi.

Ora che abbiamo compreso il tipo di generatore da acquistare, avremo bisogno di uno stabilizzatore di tensione perché le schede AVR montate su quasi tutti i generatori economici, non bastano allo scopo.

Cos’è, e a cosa serve uno stabilizzatore di tensione?

stabilizzatore di tensione

In grosse linee, uno stabilizzatore di tensione, è un dispositivo che ha la facoltà di tenere stabile, entro un certo range, la tenzione della corrente elettrica. Ovviamente il suo utilizzo è indicato a tutti coloro che hanno problemi di stabilità di tensione. In questo modo si vanno a salvaguardare tutte quelle attrezzature sensibili al problema, come computer, televisori, ecc.. . Nel nostro caso, utilizzando un generatore a scoppio da 3000 giri, lo stabilizzatore sarà utile per mantenere la tensione della corrente generata, stabile.

schema stabilizzatore
Generatore, stabilizzatore, inverter fotovoltaico

Infatti i generatori di corrente specialmente quelli a benzina, ogni qualvolta vengono sottoposti ad un carico, subiscono variazioni di giri, determinando così sbalzi di tenzione. Lavorare con un generatore del genere, senza stabilizzatore, può diventare un rischio sia per l’impianto, sia per le attrezzature collegate. Nella maggior parte dei casi, se si ha un buon inverter, è proprio quest’ultimo a non permettere il collegamento diretto al generatore. Ovviamente questo accade per via della sensibilità dell’inverter stesso. Riesce a percepire i continui, anche se piccoli ma scostanti cambiamenti di potenziale, tenendo così chiuso il collegamento.

Inserendo uno stabilizzatore, questi micro cambiamenti di potenziale, verranno stabilizzati. A questo punto l’inverter, lascerà aperto il contatto, facendo finalmente passare la corrente che servirà sia a ricaricare le batterie, sia ad alimentare l’intera casa in totale sicurezza.

Ricordatevi che il generatore in questione, dovrà avere una potenza sufficiente o superiore al fabbisogno dell’abitazione. Per capire la potenza necessaria da acquistare, vi rimando al mio articolo sul “dimensionamento dell’impianto fotovoltaico” perché il modus operandi è praticamente identico.

Conclusioni

In conclusione, posso dire che il collegamento di un generatore a scoppio all’impianto fotovoltaico, è fattibilissimo e alla portata di tutti. Basta rispettare le potenze in gioco e inserire uno stabilizzatore di tensione per tutti i generatori più economici, specialmente quelli a benzina. Ovviamente se si ha un generatore ad inverter, lo stabilizzatore non sarà necessario, come non sarà necessario per i generatori più professionali, che nella maggior parte dei casi, ne saranno già provvisti.

Bene! L’articolo termina qui. Come al solito, vi rimando alla prossima pubblicazione di scollegato, dove risponderò alla seguente domanda: “E’ possibile collegare più regolatori di carica, allo stesso pacco batterie?

Ciao e… alla prossima!

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